LA CASSAPANCA

LA CASSAPANCA
di Stefano Arici


L’avevo trovata in soffitta.
Sai quei giorni che ti dici…adesso vado su e metto a posto tutto…ecco il giorno era ieri…
Nella mia soffitta non c’è disordine, c’è un caos primordiale basato sulla logica del “butta lì”.
Dalla piccola finestrella sopra la mia testa la luce filtrava dando vita a quella strana danza della polvere…la vedi in controluce come tante minuscole bricioline di tempo, celebrano il loro momento di gloria per poi lentamente ricadere a terra, in letargo…
“…no, no…lascio perdere…”mi dissi.
Si perché in quei momenti non sai da che parte iniziare e preferiresti sentir suonare il campanello e fare quattro chiacchiere con i venditori del Folletto piuttosto che rimboccarti le maniche…
Sai già come uscirai, lercio, impolverato, distrutto.
Poi la cosa che più ti fa incazzare è che queste idee ti vengono di sabato, mattina, dopo una settimana di lavoro, dopo che il venerdì sera sul divano hai pensato: “…domani dormo fino alle 11…”…eh si dormo, col cane dei vicini che alle 8 del mattino deve fare i suoi bisogni…maledetto.Vabbè, vabbè…pronti via…
Sposta, pulisci, metti sullo scaffale il vaso pseudo Luigi XIV della nonna, sposta la cassapanca di legno…no fermi…un attimo…la cassapanca di legno antico…e questa da dove salta fuori?!...boh…mai vista...spingi la cassapanca contro il muro, scopa i trucioli dei tarli…asciuga il sudore con la manica della felpa…e avverto la sua presenza.
Dal muro dove l’ho sistemata mi guarda…proietta un’ombra lunga che arriva fino ai miei piedi come qualcuno che ti picchietta sulla spalla per attirare la tua attenzione.
Raddrizzare la schiena in queste occasioni è davvero impresa ardua.
La osservo…e comincio a percepire una sorta di curiosità infantile, quella curiosità ormai lontana…
… “ok se vuoi la guerra, guerra sia”…
Mi avvicino, non c’è il lucchetto, la chiusura è solo un po’ arrugginita, scricchiola mentre apro il coperchio.
Un odore di stantio permea le mie narici e mi obbliga a scostare di poco la testa…
Vuota…come vuota?!, tutta questa battaglia emotiva per il vuoto…no, aspetta…là nell’angolo…va che storia, una vecchia fotografia…
Lignano Sabbiadoro 1980…scritto sul retro…un po’ sbiadito ma si legge ancora.
1980, avevo 4 anni…
Resto con lo sguardo sull’immagine.
Fisso…
Sorrido…
Non è più solo una vecchia foto, ha un sapore antico, fatto di lontane emozioni.
E’ ingiallita come i ricordi nella mia testa, ma più la osservo e più mi sembra di tornare indietro…e mi vedo…sul pedalò mentre mangio una pera dopo aver fatto il bagno. Spettinato ed avvolto in un vecchio salviettone da bagno dal colore improponibile (che forse esiste ancora). Non guardo in macchina, una foto rubata mentre mia mamma mi asciuga i capelli e mia zia se la ride…io ho sempre odiato le foto…
Ora è diverso.
Avevo 4 anni, 1980, questo è il tempo, una vecchia cassapanca, dimenticata, un ricordo sopito ed un sorriso
Avevo 4 anni.

Commenti

ishin ha detto…
Fuori post:
http://laltraanimadiishin-ishin.blogspot.com/
questo è il mio nuovo link che sostituisce quello precedente.
Anonimo ha detto…
Ciao Stefano!
che bello questo episodio! io odio riordinare evviva il disordine che è creativo ghghgh ; ) l'ordine è noioso e scontato eheheh!
E' sempre magico trovare un ricordo nascosto in un'antica cassapanca, è un po' come ritrovare un prezioso tesoro in un'avventura che narra di pirati e bauli nascosti da secoli e mappe segrete!
buona settimana : )

elsi
Niccolò Storai ha detto…
Ciao Aro,
vado fuori post, volevo dirti che ho scoperto con enorme piacere che anche te fai parte della mostra Blog&Nuvole, molto belle le tue tavole.
Ti va di vedere le mie?
A presto caro.

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