DIPENDENZE: LA LIBRERIA

Ok lo ammetto: sono un libreria dipendente.
Io non resisto, in qualsiasi città, paesino sperduto, l’insegna di una libreria è una droga .
E’ una sorta di compulsione, un richiamo innato e invadente per tutto quello che ancora non so.
Il profumo della carta è nicotina.
In libreria si entra con aria seria, decisa, col portamento di colui che sa cosa vuole, ritrovandoti invece con la testa inclinata a leggere i titoli, traslando lentamente perché nulla ti deve sfuggire e insieme a te traslano lenti anche tutti gli altri.
Un piccolo trenino di indecisi, con la guancia sulla spalla.
Tuttavia qui mi si apre un questione: come tutti ben sanno il libro per esigenze di spazio viene esposto con il dorso o costa come dir si voglia in bella vista.
Ora; perché il titolo del libro e il nome dell’autore devono essere scritti in orizzontale quando questa benedetta costa è verticale? Perché devo girare tutta la libreria come se avessi il torcicollo?
Sicuramente a questa mia inutile domanda vi sarà un risposta tanto semplice quanto scontata.
Ehm ehm, scusate mi sono schiarito la gola.
Però, siamo sinceri, in libreria spesso ci si va anche perché non si sa che cazzo fare.
Passeggi beato quando: ma si dai entro a fare un giro!
Questo genere di persona si riconosce subito: sguardo spento abbagliato dal colore delle copertine, passo svogliato e possibilmente con mani in tasca.
E’ il tipico personaggio che, mentre stai scrutando il tuo e ripeto tuo settore preferito, allunga la mano incantandoti con una semplicissima frase, pronunciata con quella forma di sforzo dettato dall’allungamento del braccio: Scusa, posso?
Il fancazzista delle librerie a questo punto se lasciato solo digievolve nel possessivo.
Chiariamo il discorso.
Un giorno decidi che è il momento buono per comprare quel libro che ti sta tanto a cuore, quel libro che spesso eri li li per portare a casa però…ecco quel giorno è arrivato.
Felice come una rondine in primavera varchi la soglia della libreria, le barriere antitaccheggio segnano la presenza con lo scatto del numerino.
Vai verso lo scaffale, il libro ti aspetta, lo riconosci da lontano…sei quasi in meta e PAMMM…davanti a te si palesa la figura del possessivo, quello che occupa tutto lo spazio, quello che assume posizioni strane al fine di ostacolarti, quello che se ti sposti a destra lui si sposta a destra, se ti sposti a sinistra idem.
Quello che ti guarda di sottecchi, ti inquadra come usurpatore del suo spazio personale impedendoti di portare a termine la missione
Quello che immancabilmente prende una copia del libro che volevi e allora vai in cassa, domandi e la cassiera “sopracigliando” il viso : Oh, che peccato, è finito. L’ultima copia l’ha presa quel signore…
Quel signore, che pagato il libro, ti da l’ultima occhiata e poi ringrazia sorridendo allo scontrino.
Ecco, la libreria è questo e tanto altro.

Commenti

Vita parallela ha detto…
E' vero! e poi c'è anche quell'inconfondibile profumo, riconoscibile in ogni libreria, che parte dalla porta d'entrata e si fa sempre più forte man mano che percorri le strade che ti conducono ai tuoi libri preferiti. Profumo di carta, di legno, di vernice. Una vera e propria droga per le mie narici. Quel senso di ansia che ti prende quando entri, e ti abbuffi il più possibile negli antipasti di copertine per poi passare ai primi, leggendo la breve trama del libro; i secondi nascosti fra i caratteri impressi dei capitoli la lunghezza dei capitoli stessi, e ultime ma per noi prime in assoluto, le illustrazioni: il meritato dolce!!!!
Confesso che io parto sempre dal dolce.
aro ha detto…
anche io parto sempre dal dolce...un libro deve colpirmi alla prima occhiata, la sola copertina è già l'inizio di un bellissimo connubio..
Alkemilla ha detto…
Ahhhh quanto è vero...
:)
Spero che non inventino mai una cura per la dipendenza da libreria.
Ma tanto anche se la inventano... e chi la vuole?!?
Ciao
IllaT ha detto…
che bello leggere queste cose, a sentirle raccontare da qualcuno te rendi conto che é tutto vero e reale... ci passiamo dei pomeriggi interi in libreria :)

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